Introduzione
⇨ Il linguaggio non verbale
testo - pag.1
Paese che vai, bacio che trovi.
Nel saggio "The Kiss in History", scritto da diversi esperti dell'Università di Sheffield, si sono analizzati i baci dati sulle labbra, le mani, fra nasi o spediti a distanza sulla punta delle dita.
Mara Tognetti, sociologa dell'Università di Milano Bicocca, afferma: "Sono una forte forma di comunicazione che sottolinea, a seconda dei casi, un legame di appartenenza ad un gruppo di pari grado (si pensi al bacio accademico fra docenti universitari) o un atto di riverenza (il "baciamo le mani" del picciotto mafioso), ma anche la devozione cristiana o di altre religioni con cui i fedeli sfiorano con le labbra le icone sacre". Davanti al papa o a un cardinale ci si inginocchia e si bacia il suo anello; i musulmani baciano la Pietra Nera alla Mecca, momento significativo del pellegrinaggio rituale; gli ebrei baciano il Muro del pianto e alcuni oggetti sacri, come la Torah o il Siddur; durante la preghiera, gli Hindu baciano talvolta la terra nei templi.
Ma quanti tipi di baci esistono? Tanti. proprio il caso di dire "Paese che vai, bacio che trovi". In molti Paesi europei e dell'America Latina, quando ci si incontra, si scambiano uno o due baci, porgendosi a vicenda le guance; in Francia però, i baci sono per lo più tre, anche se in alcune regioni si può arrivare a quattro o cinque. Tre baci sono lo standard anche nei Paesi Bassi e in Belgio, ma il triplo bacio è tipico delle culture ortodosse, in particolare in Etiopia, Ucraina, Serbia (ma non in Romania, Bulgaria e Grecia). In questo caso il bacio non mira ad esprimere affetto, ma esclusivamente un saluto.
I leader dell'Europa dell'Est se lo scambiano sulla bocca anche tra maschi, per sottolineare un accordo politico. Mentre in Polinesia si fa naso contro naso per dare il benvenuto ad un ospite.
Il bacio all'Occidentale non piace, però, in Africa, Oceania e Australia. Perché? "Sembra - spiega Montandon, insigne antropologo francese che ha dedicato al bacio un'ampia trattazione nel suo libro "Il bacio", - un atto di cannibalismo" Ma gli indigeni della Melanesia addirittura arrivano a succhiare la lingua e a mordersi le labbra a sangue". E per finire nell'Australia del Nord, per accogliere un ospite si strofinano tutto il corpo. A quale scopo? Raccoglierne il sudore e poi applicarlo al nuovo arrivato in segno di unione olfattiva.
Da www.lastampa.it 12/02/2007
(prof. Pisani)
lessico - pag.1
Modi di dire
"Sono al verde"
"Paese che vai, bacio che trovi"
Conosci altri modi di dire della lingua italiana? E nella tua lingua madre, se diversa dall'italiano, ce ne sono?
Prova a tradurre in almeno tre lingue diverse un certo modo di dire e individuane le analogie e le differenze.
(prof. Pisani)
guida - pag.1
Attraverso le pagine del libro di Guillermo Mordillo, noto disegnatore e fumettista argentino, prova a continuare tu la storia servendoti delle immagini qui presenti.
Guillermo Mordillo, Insieme, Biblioteca Umoristica, Milano, Mondadori, 2003.
(prof. Pisani)
teoria - pag.1
Il linguaggio verbale nella conversazione di tutti i giorni è accompagnato, arricchito e completato
dal linguaggio non verbale.
Il linguaggio non verbale è il linguaggio che non utilizza la parola.
Comuni tanto agli uomini quanto agli animali, i linguaggi non verbali, in base ai sensi che
percepiscono i diversi segni utilizzati, si distinguono in diversi tipi di linguaggio:
Si fondano sulla vista e sono costituiti da segni che si percepiscono con gli occhi come espressioni del viso, atteggiamenti del corpo, segnali luminosi, immagini, disegni, scritti....
Sono chiamati anche linguaggi gestuali o mimici e sono legati all'educazione ricevuta e alla cultura di appartenenza
Si fondano sull'udito e sono costituiti da segni fonici cioè suoni e rumori prodotti utilizzando gli organi di fonazione
(il fischiare o cantare degli uomini, il cinguettio degli uccelli, il miagolio dei gatti) o impiegando diversi strumenti (il rullo di un tamburo, lo squillo di tromba, l'urlo di una sirena...)
Si fondano sul senso del tatto e trasmettono informazioni o messaggi utilizzando segni che stabiliscono un contatto fisico diretto tra gli individui come la stretta di mano, il bacio, il gesto di "dare il cinque" (diffuso tra gli sportivi) o il grooming (la pulizia reciproca di pelle e capelli che alcune popolazioni praticano per rilassarsi e rinsaldare i rapporti sociali. Molto diffuso anche tra gli animali per pulirsi.
L'uso di più forme di linguaggio aumenta la chiarezza e l'efficacia della comunicazione.
(prof. Pisani)
esercizi - pag.1
Esercizio n. 1 (Abbinamento)
Abbina ciascun brano al fotogramma corrispondente.
1. […] Non aveva ancor finito di morire che già le donne
gli abbassavano le palpebre sugli occhi sbarrati,
e cominciavano il lamento. Quelle due farfalle bianche e nere,
chiuse e gentili, si mutarono d'improvviso in due furie.
Si strapparono i veli e i nastri, si scomposero le vesti,
si graffiarono a sangue il viso con le unghie,
e cominciarono a danzare a gran passi per la stanza
battendo il capo nei muri e cantando, su una sola nota altissima,
il racconto della morte. Ogni tanto si affacciavano alla finestra,
gridando in quell'unico tono, come ad annunciare la morte alla campagna e al mondo; poi tornavano nella stanza e riprendevano il ballo e l'ululato, che sarebbe continuato senza riposo per quarantotto ore, fino all'interramento. lontanissimo.
(C. LEVI, Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi, 1994, p. 199).
2. […] Dietro alla capra correvano dei bambini, seminudi e cenciosi; e con loro veniva una minuscola monaca di quattro anni, con l'abitino e il soggolo e il velo; e un fraticello di cinque anni con la tonaca e il cordone, così vestiti come dei monaci in miniatura o degli infanti di Velasquez, come si usa spesso qui, per voto.
I bambini volevano cavalcare sulla capra, il piccolo frate la prendeva per la barba e ne abbracciava il muso, la monachella si sforzava di salire sulla groppa, gli altri ragazzi la tenevano per le corna e per la coda; ed eccoli in sella, per un momento: poi la capra balzava d'un tratto e si scrollava e li buttava nella polvere e si fermava a guardarli con un sorriso maligno.
(C. LEVI, Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi, 1994, p. 58)
3.[…]Le porte di quasi tutte le case, che parevano in bilico sull'abisso, pronte a crollare piene di fenditure, erano curiosamente incorniciate di stendardi neri, alcuni nuovi, altri stinti dal sole e dalla pioggia, sì che tutto il paese sembrava a lutto, o imbandierato per una festa della Morte.
Seppi poi che è usanza porre questi stendardi sulle porte delle case dove qualcuno muore, e che non si usa toglierli fino a che il tempo non li abbia sbiancati
(C. LEVI, Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi, 1994, p.7)
4.[…] era il crepuscolo.
I contadini risalivano le strade con i loro animali e rifluivano alle loro case, come ogni sera, con la monotonia di un'eterna marea, in un loro oscuro, misterioso mondo senza speranza […]. Il cielo era rosa verde e viola, gli incantevoli colori delle terre malariche, e pareva lontanissimo
(C. LEVI, Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi, 1994, p. 54).
5. "[…] Cominciò con un segno funesto, una eclisse di sole. L'eclisse era un segno del cielo. Un sole malato di peste guardava col suo occhio velato un mondo che aveva iniziato la sua guerra di dissoluzione"
(C. LEVI, Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi, 1994, p. 183).
(prof. Pisani)
esercizi - pag.2
Esercizio n. 2 (Individuazione)
Dopo aver letto attentamente i testi estratti dal romanzo di Levi "Cristo si è fermato ad Eboli" indica a quali linguaggi sono riferiti, identificando le parole che li rappresentano.
(prof. Pisani)